
Quella dello Slow Living è la riscoperta, in chiave moderna, e quindi maggiormente efficace, della lentezza nel compiere le cose, della delicatezza del cuore, dello sguardo rispettoso e meravigliato contro quello malato di attaccamento, della meditazione quotidiana, non come evasione, ma come apprezzamento umile e coraggioso del qui e ora.
Secondo prof. Useli dell'Università di Siena, uno degli studiosi più avanzati

L'andamento Slow Living trova molti consensi: non si tratta del dolce far niente, bensì del festina lente, dell' "affrettarsi adagio", di cui parlavano i latini e prima i greci.

E' possibile trovare un punto di equilibrio tra il rallentamento e l'impegno? Il prof. Useli dice che la "lentezza contemplativa è una buona fonte di serenità, ma da sola non basta: va sostenuta da un'altra meditazione più forte, come l'amore o la dedizione ad un valore più elevato. Ciò significa più spiritualità.
Per approfondire l'argomento è riportato un Saggio buddista
"Andare di fretta" - Joseph Goldstein
Passiamo la maggior parte delle giornate presi nel vortice delle attività, del lavoro, dei rapporti, delle conversazioni e molto raramente ci fondiamo nella consapevolezza del corpo. Ci perdiamo nei pensieri, nelle sensazioni, nelle emozioni, nelle nostre storie, nei progetti. Potete fare una verifica molto semplice di questo stato di dispersione prestando attenzione ai momenti in cui vi accorgete di andare di fretta. Andare di fretta non ha a che fare con la velocità. Si può andare di fretta muovendosi piano e si può andare di fretta movendosi rapidamente. Si va di fretta quando ci si sente come se ci si precipitasse in avanti. La mente corre davanti a noi; è là fuori dove vogliamo arrivare, invece di stare qui, dentro il corpo. La senzazione dell'andare di fretta è una buona verifica. Ogni volta che non siamo presenti a noi stessi, proprio in quel momento, in quella stessa situazione, dovremmo fermarci e fare alcuni respiri profondi, ritornare nel corpo, sentirci seduti, avvertire i passi che facciamo, stare nel corpo. Il Buddha al riguardo fece una dichiarazione molto forte: «La consapevolezza del corpo conduce al nirvana». Questa consapevolezza non è una pratica superficiale: la consapevolezza del corpo ci mantiene presenti.
Passiamo la maggior parte delle giornate presi nel vortice delle attività, del lavoro, dei rapporti, delle conversazioni e molto raramente ci fondiamo nella consapevolezza del corpo. Ci perdiamo nei pensieri, nelle sensazioni, nelle emozioni, nelle nostre storie, nei progetti. Potete fare una verifica molto semplice di questo stato di dispersione prestando attenzione ai momenti in cui vi accorgete di andare di fretta. Andare di fretta non ha a che fare con la velocità. Si può andare di fretta muovendosi piano e si può andare di fretta movendosi rapidamente. Si va di fretta quando ci si sente come se ci si precipitasse in avanti. La mente corre davanti a noi; è là fuori dove vogliamo arrivare, invece di stare qui, dentro il corpo. La senzazione dell'andare di fretta è una buona verifica. Ogni volta che non siamo presenti a noi stessi, proprio in quel momento, in quella stessa situazione, dovremmo fermarci e fare alcuni respiri profondi, ritornare nel corpo, sentirci seduti, avvertire i passi che facciamo, stare nel corpo. Il Buddha al riguardo fece una dichiarazione molto forte: «La consapevolezza del corpo conduce al nirvana». Questa consapevolezza non è una pratica superficiale: la consapevolezza del corpo ci mantiene presenti.
Fonte meditare.net
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